prova n.4

Pubblicato il da donna

il racconto è diviso in 16 parti. Le parti non sono in ordine. Ricostruisci il racconto: metti in ordine le parti.

>>  1.A   2.J  3.E  4.K  5.C  6.O  7.G  8.M  9.I  10.B  11.D  12.F  13.H  14.P  15.L  16.N

A.      Appena alzata stamattina sono andata in cucina per preparare il caffè e ho guardato nella bacinella i ceci che erano belli gonfi dopo otto ore di ammollo.

B.      Faccio raffreddare i ceci; intanto taglio il porro e la cipolla e li faccio cuocere in una padella. Metto anche salvia e rosmarino sminuzzati, una manciata di sale e pepe. Poi ridotti i ceci in purea, li aggiungo nella padella.

C.      Già! Lui esce ed io rimango qui a pulire la casa e a preparare la minestra di ceci. Appena mio marito è uscito, mi invade un senso di tristezza. Comincio a sciacquare le tazze, le metto ad asciugare sullo scolapiatti.

D.      Ora basta aspettare altri dieci minuti di cottura lenta, aggiungere un po’ di olio crudo prima di spegnere il fuoco. La zuppa è fatta!

E.       Guardando tutti quei ceci ho avuto un attimo di sconforto: da quanti anni cucino? Io, che, prima di sposarmi, non sapevo nemmeno accendere il gas e mi agitavo tutte le volte che entravo in cucina, sono diventata una cuoca quasi perfetta. Ma che fatica!

F.       Dopo aver finito di preparare la zuppa, dovrei di rifare i letti, fare il bucato e poi andare a comprare il pane e il latte.

G.     Mentre i ceci cuociono lentamente, giro per la casa, ma senza portarmi dietro i soliti attrezzi del mestiere: stamattina niente scopa, niente straccio, niente aspirapolvere.

H.      No, oggi proprio non ce la faccio a ripetere il solito tran-tran di tutti i giorni. Guardo fuori dalla finestra: c’è il sole e l’aria è tiepida. Un’idea mi balena improvvisa, un’idea che mi aveva assillato fin dal mattino.

I.        Il trillo del contaminuti mi richiama dalla camera alla cucina a svuotare di vapore la pentola a pressione e ad aprire il coperchio per scolare i ceci lessati e bollenti.

J.        Li avevo messi a bagno ieri sera, dopo averli sciacquati: 3 etti di ceci, duri, piccoli, compatti, comprati in un negozio di prodotti biologici, perché in casa mia entrano solo prodotti biologici.

K.      Mentre penso alle mie prime esperienze ai fornelli, entra in cucina mio marito che è intento a farsi la barba.”vuoi il caffè?” gli chiedo. Risponde con un “mmmh” di assenso, attento a non tagliarsi. Uscirà fra poco per un incontro importante.

L.       Torno all’armadio, tiro fuori un paio jeans, una maglietta, una felpa. Tutta roba comoda, adatta a più usi. Non so ancora dove andrò, quello che so è che oggi ho bisogno di una giornata di libertà.

M.    Sono troppo stanca per pulire, spolverare e mettere a posto le stanze. Vado in camera, apro meccanicamente cassetti e armadi, osservo i vestiti con indolenza, senza uno scopo preciso.

N.     Scrivo un biglietto a mio marito: “ Non aspettarmi stasera, la zuppa di ceci è in frigo, devi solo riscaldarla”. Apro la porta, la lascio andare dietro di me e affronto con un sorriso la mia sospirata giornata di libertà.

O.     Poi, cancellate le tracce della colazione, mi dedico ai ceci. Prendo la bacinella e svuoto nel colapasta i ceci ammollati. Sgocciolati e sciacquati, li metto a cuocere in una pentola a pressione a fiamma bassa, e regolo il contaminuti.

P.      E se oggi tralasciassi i doveri di casa e mi regalassi una giornata tutta mia? L’idea si era insinuata in me inconsciamente stamattina presto, poi si è fatta spazio e ora è più chiara, nitida! Ho deciso.

 

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L
brava
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D
<br /> Siiiiii!!<br /> <br /> <br />